Confcommercio Lecco a Roma per l’assemblea nazionale: il report

Una delegazione lecchese ha preso parte giovedì 8 all’assise nazionale di Confcommercio

I temi del fisco e delle necessità delle imprese del terziario hanno caratterizzato l’assemblea nazionale di Confcommercio, svoltasi giovedì 8 giugno a Roma. Sia la relazione del presidente di Confcommercio Imprese per l’Italia, Carlo Sangalli, che l’intervento del ministro allo sviluppo Economico, Carlo Calenda, hanno puntato l’attenzione sulle emergenze vissute dagli imprenditori.

Ad ascoltare le loro parole una folta rappresentanza di Confcommercio Lecco, guidata dal presidente di Confcommercio Lecco, Antonio Peccati. Insieme a lui il direttore Alberto Riva, il past president  Peppino Ciresa, i vice presidenti Severino Beri e Claudio Somaruga, i componenti di Giunta Marco Caterisano e Cristina Valsecchi, i consiglieri Ferruccio Adamoli, Simona Bonaiti, Lucio Corti, Roberto Tentori, Luca Spreafico.

“È stata una bella assemblea molto partecipata e che ha visto numerose interruzioni per gli applausi, in particolare durante la relazione del presidente Sangalli – ha spiegato il presidente Peccati – Il nostro presidente ha giustamente evidenziato il ruolo e l’orgoglio delle nostre imprese che sono la spina dorsale del Paese, così come fondamentale è stato il lungo passaggio sulle troppe tasse, sulle regole che devono valere allo stesso modo per chi opera nello stesso mercato, sul ruolo della rappresentanza. Ma anche le riflessioni del ministro Calenda sono state ampiamente condivisibili ed è per questo che sono arrivati applausi convinti e per nulla scontati anche a lui”.

Molti, come detto, i passaggi della relazione di Sangalli apprezzati dal platea presente all’Auditorium della Conciliazione a Roma. Il presidente nazionale di Confcommercio Imprese per l’Italia è partito dal tema Europa “comunità di scopo e destino”, per poi puntare subito sui difetti strutturali del Paese: burocrazia, deficit infrastrutturale, l’ingiusto fardello tributario per famiglie  e imprese. “Serve una politica alta per visione e coraggio, capace di affrontare i problemi dal basso e in profondità, che sa allearsi con società civile”. Dopo avere evidenziato come il Welfare aziendale sia “strumento di giustizia sociale”, ha tuonato contro la “paradossale vicenda dei voucher dove ha prevalso lo scontro ideologico: invece che intervenire sugli abusi sono stati cancellati con un colpo di spugna. La soluzione parziale oggi prospettata non centra il bersaglio: che senso ha avere escluso le imprese sopra 5 dipendenti quando bastava rafforzare i controlli?”. Poi dopo avere chiesto al ministro di parlare di “Impresa 4.0 non solo di Industria 4.0” ha affrontato il tema fiscale a partire dall’Iva: “Ci preoccupano tutte le ipotesi di scambio con ipotetiche riduzioni fiscali. Se dovesse aumentare l’Iva scenderebbe il grande inverno dei consumi sul Paese. Ma sappiamo che è solo la punta dell’iceberg. Perché la verità è che a forza di addizionali siamo arrivati alla moltiplicazione delle tasse!”. Grande consenso in sala anche per il passaggio sulla sharing economy (“deve valere un principio semplice: stesso mercato, stesse regole”), prima di una autentica standing ovation quando nel passaggio finale il presidente ha sottolineato: “Non si fa impresa nel terziario di mercato senza farsi carico degli altri. Senza la solidarietà operosa che si fa gesto. Senza i valori che si fanno vita nel coraggio, nella dedizione, nella tenacia. Come abbiamo fatto sempre. Lo abbiamo fatto ieri, quando ci descrivevano come semplici bottegai e noi comunque abbiamo assicurato occupazione e benessere diffuso. Lo facciamo oggi, da imprenditori con la responsabilità di rappresentare la spina dorsale di questo Paese!”.

Il ministro Calenda in un lungo intervento, con il suo consueto stile diretto ma affabile, ha parlato degli errori del dirigismo ma anche del provincialismo da superare, sottolineando poi il valore dei corpi intermedi (“senza il loro contributo non si può pensare di governare questo Paese, anche se è chiaro che un’associazione deve avere un ruolo costruttivo e non solo rivendicativo”). Ma ha toccato anche i temi legati a coefficienti Inail, voucher, Jobs Act e Cnel. Con una assicurazione importante anche sull’Iva: “Non verrà aumentata. Parola del premier Gentiloni e del ministro Padoan”.

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