Appello di Confcommercio Lecco per vaccini e ristori

La riflessione del presidente Antonio Peccati su vaccini, ristori e liquidità

Vaccini e ristori. E’ un doppio binario quello da percorrere per provare a superare nel più breve tempo possibile l’emergenza Covid-19. Mentre anche Confcommercio Lombardia ha annunciato di avere aderito alla campagna vaccinale anti-Covid nelle aziende promossa da Regione Lombardia, Confcommercio Lecco si spinge più in là con le parole del presidente Antonio Peccati: “Fin da subito abbiamo dato la disponibilità come sistema Confcommercio, perchè crediamo nell’importanza di una campagna vaccinale capace di coinvolgere anche il mondo delle imprese. Le imprese del terziario sono sempre state in prima linea assumendosi la responsabilità di offrire servizi essenziali per i cittadini ed esponendosi al rischio – per loro e per i loro familiari – anche nei momenti più acuti dell’emergenza. E’ bene che di questo si tenga conto, anche nel calibrare le priorità del piano dei vaccini”. E sui vaccini continua: “Non vogliamo scavalcare nessuno, però è sotto gli occhi di tutti che molti degli operatori e degli addetti delle imprese del commercio, del turismo e dei servizi che noi rappresentiamo vanno considerati tra i primi a cui somministrare il vaccino, appena sarà possibile allargare la platea dei beneficiari. Pensiamo a chi lavora nei bar o negli alimentari o nelle edicole solo per fare un esempio. Tanti associati ci hanno chiesto di farci portavoce di questa richiesta di attenzione che ci pare legittima e doverosa”.

Un altro capitolo fondamentale, e molto sentito, è quello dei ristori: “Purtroppo le nostre imprese hanno finora ricevuto contributi scarsi dal punto di vista quantitativo e sempre in ritardo. E’ un grido d’allarme che arriva da tantissimi imprenditori e anche nell’ultimo Consiglio generale di Confcommercio Lecco sono stati numerosi i presidenti di categoria che hanno segnalato la necessità di un cambio di passo“. E aggiunge: “Prima del varo del Decreto “Sostegni”, Confcommercio Imprese per l’Italia aveva giustamente ribadito l’esigenza di misure adeguate per rispondere in maniera equilibrata alle esigenze dei diversi settori e delle diverse dimensioni d’impresa, nonché del mondo delle professioni. Ora che il Consiglio dei ministri ha deciso il provvedimento da 32 miliardi, come Confcommercio Lecco ci uniamo alla richiesta del nazionale, che ha invitato il Governo a rafforzare decisamente le risorse destinate ai ristori per imprese e partite Iva, anche al di là di quanto stabilito dal decreto: gli 11 miliardi previsti vanno divisi tra circa tre milioni di soggetti. I ristori devono essere più adeguati in termini di risorse, più inclusivi in termini di parametri d’accesso, più tempestivi in termini di meccanismi operativi. Come ha sottolineato il presidente Carlo Sangalli il Decreto “Sostegni” ha ancora forti limiti: i parametri per ottenere gli indennizzi sono troppo selettivi e le risorse sono insufficienti”. Sul fronte dei contributi alle imprese c’è anche il capitolo relativo agli interventi degli Enti locali: “Sappiamo che è un momento difficile anche per le Amministrazioni Comunali però chiediamo anche a loro uno sforzo ulteriore per sostenere le attività in difficoltà. Qualcuno l’ha già fatto, penso ad esempio ai Comuni di Casatenovo o Merate, altri speriamo possano imitare il loro esempio, per fare arrivare un sostegno concreto dal punto di vista economico alle imprese in sofferenza”.

Infine il presidente Peccati, guardando in prospettiva, evidenzia un tema altrettanto strategico: “Occorre lavorare fin da ora per garantire la liquidità alle imprese. Come giustamente evidenziato in un recente confronto a livello nazionale, il prolungarsi della crisi sanitaria determinata dal Covid-19 ha evidenti e rilevanti impatti economici e sociali sul sistema produttivo. E’ fondamentale creare i presupposti sulla base dei quali le imprese, una volta terminata l’emergenza sanitaria, abbiano le capacità, anche finanziarie, per riattivare rapidamente la produzione e contribuire alla crescita economica del Paese. In questo senso è necessario accordare alle imprese e alle famiglie nuove moratorie di pagamento dei finanziamenti e prorogare le moratorie in essere””.

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