Il grido di allarme delle concessionarie lecchesi

Molte le problematiche delle concessionarie lecchesi: incentivi solo annunciati o insufficienti; mancanza di componenti; la riorganizzazione della rete

E’ un momento davvero complicato per le concessionarie lecchesi. A farsi portavoce è il presidente del Gruppo Autoveicoli di Confcommercio Lecco, Alberto Negri: “Stiamo vivendo una stagione difficile e piena di insidie. Un insieme di fattori che rendono la vita di chi gestisce una concessionaria sempre più complessa e faticosa”. Il primo problema è legato agli incentivi che non ci sono… ma vengono annunciati: “Da marzo 2020 siamo andati avanti a strappi tra chiusure e limitazioni. Ci sono stati gli incentivi della scorsa estate che hanno portato una buona ripresa ma che sono, di fatto, finiti in autunno. Ora però si torna a parlare di rinnovarli… ma finchè non si mettono “nero su bianco” l’effetto è dannoso: perchè i clienti li aspettano e quindi rimandano l’acquisto della vettura. L’abbiamo visto in questo mese di giugno: calma piatta, saloni vuoti e pochissime richieste di preventivi. Che cosa avrebbero dovuto fare? Rinnovarli per tempo fino a settembre”. Poi aggiunge: “Ci sarebbero gli incentivi regionali, ma sono un fuoco di paglia: 18 milioni di euro che dureranno pochi giorni. E poi sono complicati e prevedono troppa burocrazia”.

Intanto il mercato fa fatica: maggio 2021 ha registrato un +43% rispetto al 2020 (quando si stava uscendo dal lockdown), ma un -28% rispetto al 2019. “E all’orizzonte, viste le incertezze e lo sblocco dei licenziamenti, c’è il rischio che qualche contraccolpo occupazionale si avverta anche nel settore, soprattutto tra le concessionarie più grandi”.

Il presidente Negri, nella sua riflessione, aggiunge anche un altro tema: “Va rivista la fiscalità legata all’auto: in Italia si può detrarre solo il 40% dell’Iva e la deduzione arriva massimo al 20% con un tetto di 18mila euro, mentre in Europa l’auto aziendale ha una deduzione del 100%. Queste differenze non hanno ragione d’essere”.

C’è poi anche il problema legato alla galassia di Stellantis (Fiat, Peugeot, Citroen…): “Dopo la fusione, Stellantis ha revocato i mandati a tutte le concessionarie provocando disorientamento in tutta Europa. C’è legittima preoccupazione da parte dei colleghi per il futuro”.

Ultima, ma non certo per importanza, è la questione legata agli approvvigionamenti. “La mancanza di componenti elettronici, in primis i microchip, dovuti a un problema mondiale per quanto concerne le materie prime, sta frenando molte forniture che interessano diverse parti di una vettura: dai sistemi di navigazione integrati alle parti elettroniche essenziali (centraline, schede elettroniche…). Questo ovviamente provoca ritardi: le voci che abbiamo raccolto dicono che ci vorrà un anno per tornare a un equilibrio complessivo”.

Tutti questi fattori portano al grido d’allarme del presidente del Gruppo Autoveicoli di Confcommercio Lecco: “La rete di concessionari del nostro territorio è sostanzialmente sana. Ha tenuto anche durante la pandemia, ma ora abbiamo davanti moltissime incognite. Ecco perchè chiediamo a gran voce interventi rapidi e concreti che diano certezze, fiducia e sostegno al nostro settore”.

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