Intelligenza artificiale: il convegno fa centro

Intelligenza artificiale tra etica società e professioni nel convegno di Confcommercio Lecco

Spunti e riflessioni per il territorio, per le imprese e per i giovani con uno sguardo attento all’etica, alla società e alle professioni. E’ quanto offerto dal convegno “IA e umani: chi salverà chi? L’importanza dell’etica e del tocco umano nella società di domani”, organizzato da Confcommercio Lecco e svoltosi giovedì 19 settembre presso la sala conferenze di Palazzo del Commercio a Lecco. Gli autorevoli ospiti hanno saputo catturare l’attenzione dei partecipanti e stimolare la voglia di approfondire un tema indubbiamente affascinante. Presenti tra gli altri in sala il Prefetto Sergio Pomponio, il Sindaco di Lecco Mauro Gattinoni, il Consigliere regionale Gianmario Fragomeli, il Prevosto di Lecco Don Bortolo Uberti, il Parroco don Walter Magnoni e il responsabile dell’Ufficio per le Comunicazioni sociali della Arcidiocesi di Milano Stefano Femminis. In sala anche gli alunni delle classi V del Liceo Scientifico GB Grassi di Lecco (sezioni G e E, corso scienze applicate) accompagnati dalle professoresse Silvia Aldeghi, Marilisa Carsana e Lucia Parente.

A introdurre il convegno il presidente di Confcommercio Lecco, Antonio Peccati: “Parlare oggi di intelligenza artificiale è relativamente facile. Ogni giorno questo tema è al centro del dibattito e delle analisi, anche perchè l’impatto atteso è clamoroso. Secondo un recente studio nel 2030 ogni dollaro speso in soluzioni di intelligenza artificiale genererà un ritorno economico di 4,60 dollari, per un impatto cumulativo mondiale di 20mila miliardi di dollari e un peso sul Pil mondiale della IA pari al 3,5% del Pil mondiale. L’intelligenza artificiale avrà profonde conseguenze economiche rimodellando settori, creando nuovi mercati e modificando il panorama competitivo. Di fronte a questo scenario è chiaro che il mondo economico e produttivo lecchese è chiamato un’azione decisa e concreta. Oggi Confcommercio Lecco lo fa mettendosi in gioco in prima persona e nello stesso tempo giocando un ruolo da attore protagonista nel contesto imprenditoriale e sociale del territorio: come associazione intendiamo aprire una analisi articolata e approfondita su questo tema fondamentale, coinvolgendo alcune tra le massime autorità in materia, per offrire anche al territorio un’occasione unica di confronto e approfondimento”. E ha proseguito: “L’intelligenza artificiale è una sfida su cui vogliamo farci trovare pronti come associazione datoriale e come sistema lecchese. Le considerazioni su questo tema sono molteplici, così come le ricadute concrete e i timori sia sul lavoro che sulla vita quotidiana. Per parlare dell’IA abbiamo voluto farci interrogare dalle parole del Pontefice che ci invita a guardare in faccia quanto l’intelligenza artificiale propone”.

Dopo il saluto introduttivo del presidente Peccati, ha preso il via la prima parte dal titolo “Etica: la società ai tempi dell’IA”. Alessandro Gisotti, Vice Direttore editoriale del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede e già direttore ad interim della Sala Stampa della Santa Sede, ha ricordato: “Possiamo essere spaventati dai possibili scenari ma dobbiamo anche essere consapevoli che la responsabilità è nostra. Tutti oggi siamo connessi ma anche più isolati. E il Papa ci chiede di essere pronti all’ascolto, sapendo che l’IA chiede di prestare grande attenzione alle domande”. Vincenzo Corrado, Direttore Ufficio Nazionale delle comunicazioni sociali della CEI e già Direttore dell’Agenzia Sir, ha evidenziato: “Come possiamo rimanere umani? Bisogna partire dalle basi, consapevoli che la pienezza si realizza nella relazione.  Fondamentali sono il senso del limite e il concetto di verità: i nostri riferimenti sulla comunicazione, che non riguarda solo gli operatori del settore, devono essere etici e deontologici”. Ha molto colpito i presenti l’intervento di Don Luca Peyron, Presbitero diocesano, Direttore della Pastorale Universitaria di Torino e regionale e membro della Consulta Nazionale della Cei per l’Educazione, Scuola e Università: “L’IA è strumento per scoprire cose che altrimenti sarebbe rimaste segrete, è potenza che amplifica tutto. Il rischio? E’attraversare la vita senza accorgersi di quello che succede accanto. Abbiamo bisogno di una tecnologia efficiente ed efficace, ma in relazione con le persone. Le macchine devono essere al servizio: non vanno solo addestrate, ma educate. La paura non si vince con la legge: non dobbiamo irrigidire il sistema. La chiave del futuro? Intergenerazionalità. Serve un dialogo capace di generare, un passaggio di testimone tra la generazione analogica e quella digitale”. Ivana Pais, professoressa ordinaria di Sociologia economica presso la Facoltà di Economia della Università Cattolica, ha parlato della “lotta per la definizione dei rischi connessi all’IA” mettendo in guardia “da chi li denuncia ma ha secondi fini” e ha sottolineato come “i giovani italiani sono quelli che hanno più fiducia nell’intelligenza artificiale ma che ne sanno meno. E questo per colpa dei sistemi educativi”.

La seconda parte della mattinata di lavori, sul tema “Professioni: giornalisti e imprese nella società digitale”, ha visto invece Michele Mezza – giornalista per quarant’anni in Rai, dove ha ideato e sviluppato il progetto RaiNews24, profondo conoscitore del tema dell’intelligenza artificiale – dialogare con Fabio Tamburini, Direttore de Il Sole 24 Ore, e con Agnese Pini, Direttrice responsabile delle Testate QN – Il Resto del Carlino – La Nazione – Il Giorno. Sì è parlato di informazione, di personalizzazione, di giornale come centro servizi. “Non c’è crisi di informazione: nella storia non siamo mai stati così informati come ora – ha spiegato Agnese Pini – Però attenzione: i post sono opinione o comunicazione, non informazione. E ricordiamoci che l’informazione è costosa e nasce a garanzia della democrazia. I giornali sono frutto di scelte e un insieme di selezioni che offrono una visione sul mondo”. Netto anche il richiamo di Tamburini: “Non servono atteggiamenti manichei sulla informazione, però è bene ricordare che la conoscenza reale è stata distrutta. Tutto nasce dall’intrattenimento delle tv commerciali, poi dalla diffusione di internet e infine dai social. Che cosa devono fare i media? I giornali devono essere credibili: raccontare la verità, smascherare le fake news e gerarchizzare le notizie. In sintesi: velocità sì, semplificazione sì, superficialità no”.

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La giornata dedicato all’intelligenza artificiale è poi proseguita nel pomeriggio in sala Ticozzi con un momento rivolto ai docenti, che ha visto gli interventi di Michele Mezza e di Alessandra Carenzio, Professore Associato di Didattica dell’Università Cattolica. Mezza, dopo avere ha parlato di evoluzione della tecnologia e dei social, ha interrogato i docenti: “Vi faccio una domanda provocatoria: la scuola usa il big data? Che distanza c’è tra la complessità della vostra classe e voi? Scuola è alfabetizzazione del cervello per produrre il “movimento” della mano. Oggi lettura e scrittura non sono più abilità individuali. Il sapere non è più top down, la pagina è un processo che non si chiude mai: non è più stampata ma stampante. Prendiamo Chat Gpt (Generative Pre-trained Transformer): la chiave è il pre-trained, tema su cui scuola ha un ruolo preminente. La scuola deve fornire la cassetta degli attrezzi, deve addestrarmi alla domanda non più alla risposta, mettendo al centro la capacità critica e consapevole”.

Da parte sua Alessandra Carenzio ha esordito così: “C’è il rischio che l’intelligenza artificiale diventi una etichetta da mettere addosso a tutto, come lo è stato il “2.0”! La scuola deve uscire dalla logica della rincorsa prendendo coscienza del proprio ruolo”. Poi  ha passato in rassegna alcuni aspetti per approcciare la materia: i paradigmi da utilizzare per leggere l’IA (funzionalista, interpretativo, emancipatorio o post-modernista); i processi di insegnamento e apprendimento da adottare a scuola (IA come supporto per insegnare; come oggetto di riflessione pedagogica; la literacy come competenza; l’intelligenza artificiale alleato per la didattica speciale); lo sguardo media-educativo (IA come oggetto da analizzare e su cui ragionare; come strumento o dispositivo con cui fare qualcosa meglio o più facilmente; come linguaggio espressivo).

 

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