Assemblea in piazza: la protesta Fipe anche a Lecco

Anche Fipe Lecco ha aderito alla “Assemblea in piazza” promossa in tutta Italia con lo slogan “Noi siamo qui, vogliamo futuro”

Dare voce a una categoria in grande difficoltà, mostrando da un lato la drammatica situazione che stanno vivendo i ristoratori e dall’altro chiedendo indennizzi e certezze per quanto riguarda la possibile riapertura. E’ il messaggio che si è alzato martedì 13 aprile in occasione dell’assemblea Fipe – dal titolo emblematico ‘Noi siamo qui, vogliamo futuro” -svoltasi in contemporanea in tutta Italia.
Collegata dalla sede di Confcommercio Lecco anche la Fipe Lecco. Al tavolo per presentare le richieste di baristi e ristoratori il presidente della Fipe Lecco e membro della Giunta di Confcommercio Lecco, Marco Caterisano, e il direttore di Confcommercio Lecco, Alberto Riva. Diversi anche gli imprenditori che hanno voluto portare la loro testimonianza: da Michele Capasso (Bar Visconti di Lecco) a Fabio Dadati (Da Giovannino a Malgrate) da Marcello Nessi (Mamma Ciccia a Mandello) a Roberto Colombo (La Botte di Malgrate) passando per Oreste Curti (Pontile Orestino di Lecco).
“Con questa nostra presenza simbolica oggi vogliamo testimoniare una situazione insostenibile per gli operatori del mondo della ristorazione -ha spiegato il direttore di Confcommercio Lecco, Alberto Riva – Prendiamo le distanze da ogni forma di manifestazione violenta, ma le rimostranze da parte di chi fa impresa sono giuste e legittime. Come Confcommercio abbiamo sempre dialogato e portato avanti le istanze della imprese percorrendo i sentieri istituzionali. Oggi siamo arrivati a un punto decisivo. Servono risposte da due punti di vista: sui ristori che finora sono stati insufficienti e inadeguati e sulle riaperture che vanno calendarizzate al più presto per superare la strada delle chiusure che ha di fatto coperto le inefficienze dello Stato“.
Da parte sua il presidente di Fipe Lecco, Marco Caterisano, ha evidenziato: “Abbiamo voluto portare la voce di Fipe Lecco. La situazione dei pubblici esercizi è drammatica. Le imprese sono arrivate al capolinea, non hanno la liquidità necessaria per andare avanti e oggi, ancora, non vediamo la luce in fondo al tunnel. Ristoratori e baristi sono rassegnati e preoccupati. Siamo stati chiusi e abbiamo fatto la nostra parte ma ora serve un’azione diversa: non possiamo essere sempre noi a pagare il conto. Dobbiamo aspettare e sperare? Non è più accettabile. Le nostre attività sono a rischio, i nostri dipendenti sono a rischio. Che cosa serve? Servono una programmazione delle aperture, delle politiche lungimiranti per il lavoro così da evitare i licenziamenti e un intervento forte dal punto di vista del sostegno economico. Ci hanno obbligato a chiudere per decreto: non servono ristori, ma veri e propri indennizzi”.

All’evento di Roma – guidato dal presidente nazionale di Confcommercio, Carlo Sangalli e dal presidente nazionale della Fipe, Lino Stoppani – hanno partecipato numerosi rappresentanti con migliaia di persone collegate per fare sentire ancora una volta il grido di dolore del mondo della ristorazione, devastato da una crisi che dura da 14 mesi.

Clicca qui per leggere il report sulla Assemblea in piazza realizzato da Confcommercio

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