Premio Manzoni al Romanzo Storico 2022: ecco la terna finalista

Sono stati annunciati i tre romanzi finalisti del Premio Manzoni al Romanzo Storico 2022 organizzato da 50&Più Lecco. Si tratta di “Mordi e fuggi” di Alessandro Bertante (Baldini & Castoldi), “L’elbano errante” di Pino Cacucci (Mondadori) e “Salvarsi a vanvera” di  Paolo Colagrande (Einaudi).

La terna finalista è stata individuata e votata dalla Giuria Tecnica del Premio Manzoni, composta da Ermanno Paccagnini (presidente), Alberto Cadioli, Gian Luigi Daccò, Gianmarco Gaspari, Luigi Mascheroni, Stefano Motta, Mauro Novelli, Giovanna Rosa. Numerose anche quest’anno le candidature: una quarantina i volumi presentati.

L’ufficializzazione è avvenuta nel corso di una conferenza stampa svoltasi martedì 19 luglio presso la sede di Confcommercio Lecco: al tavolo il presidente di 50&Più Lecco, Eugenio Milani, il presidente di Confcommercio Lecco, Antonio Peccati, il vicesindaco e assessore alla Cultura del Comune di Lecco, Simona Piazza, il presidente di Acel Energie (main sponsor dell’evento) Giuseppe Borgonovo, e il componente della Giuria Tecnica Stefano Motta.

 

Le tre opere saranno ora valutate dalla Giuria popolare, composta da 115 persone: i lettori che avranno il compito di decretare il vincitore del Premio Romanzo Storico 2022 – che seguirà nell’albo d’oro “Italiana” di Giuseppe Catozzella (Mondadori), che ha prevalso nell’edizione 2021 su “Ciò che nel silenzio non tace” di Martina Merletti (Einaudi) e “Il rogo della Repubblica” di Andrea Molesini (Sellerio) – sono stati scelti grazie alla collaborazione delle librerie Cattaneo, Libraccio, Libreria Volante e Parole nel Tempo di Lecco, Aquilario di Mandello (new entry), Perego Libri di Barzanò e La Torre di Merate. Coinvolte anche le biblioteche di Airuno, Costa Masnaga, Lomagna, Osnago e Valmadrera.

La premiazione, con la proclamazione del vincitore, si svolgerà nel corso della cerimonia prevista per sabato 29 ottobre 2022 presso la Casa dell’Economia di Lecco.

I finalisti Premio Manzoni al Romanzo Storico  2022

“Mordi e fuggi”, Alessandro Bertante

Milano, 1969. Università occupate, cortei, tensioni nelle fabbriche. Alberto Boscolo ha vent’anni, viene da una famiglia normale, né ricca né povera, è iscritto alla Statale ma vuole di più. Vuole realizzare un proprio progetto politico. Deluso dall’inconcludenza del Movimento Studentesco, si avvicina a quello che di lì a poco sarà il nucleo delle Brigate Rosse. I mesi passano, Alberto partecipa alle azioni dimostrative, alle rapine di autofinanziamento e al primo attentato incendiario, ma il suo senso di insoddisfazione non si placa. Vuole agire sul serio. Alessandro Bertante dà vita a una vicenda umana tumultuosa e vibrante, nella quale scorrono i fatti cruciali che innescheranno la tragica stagione degli anni di piombo. Un romanzo duro e avvincente, dal ritmo serrato e incalzante, che non cerca facili risposte, ma che apre nuove domande su uno dei periodi più drammatici della recente storia italiana.

– “L’elbano errante”, di Pino Cacucci

Isola d’Elba, 1544. I corsari turchi, al comando di Khayr al-Din detto Barbarossa, sbarcano nottetempo su una spiaggia accanto a Longone – l’odierna Porto Azzurro – dove Lucero e sua sorella Angiolina si preparano alla pesca dei calamari. Lucero viene ferito, Angiolina rapita. Lucero, guidato da un indomabile sentimento di vendetta, si trasforma – anche grazie all’incontro con il capitano Rodrigo, compagno e mentore – in un “duellante imbattibile” e in un soldato di ventura. Angiolina entra nel talamo del Signore di Algeri: cambia nome in Aisha, dà un figlio al sovrano della città-stato corsara, e ne diventa la Favorita. Pino Cacucci mette in moto una grande macchina narrativa che macina peripezie, storia, poesia, navi, armi e sentimenti, dipingendo un complesso affresco. Come non mai si avverte la gioia sensuale del racconto, l’avvicendarsi maestoso di fantasia e realtà, di voci e personaggi.

– “Salvarsi a vanvera”, di Paolo Colagrande

Autunno 1943. Secondo un’antica maledizione – inventata di sana pianta e venduta al comando tedesco come leggenda popolare – nelle viscere di una miniera di carbone sulla sponda del Rio Fogazza si nasconderebbe la Salamandra Ignifera Gigante Cinese, capace di folgorare a vista qualsiasi forestiero si avvicini. Per Aride Mestolari la scoperta casuale del giacimento è l’unica speranza di salvare se stesso e la sua famiglia. E così, mettendo insieme una squadra di persone altrimenti destinate a fine certa – una professoressa di liceo, un suonatore di clavicembalo, un fattorino e un numero imprecisato di irregolari che dal giorno alla notte si cuciono addosso il titolo di geologo, minatore, fuochista, carpentiere o artificiere – Aride comincia a vendere carbone alle milizie, tenendole ben lontane dalla miniera con lo spauracchio della vampa infuocata. Con uno sguardo perennemente distratto eppure traboccante di verità, Paolo Colagrande apre un varco nella Storia. Un romanzo miracoloso, divertentissimo e palpitante, sulla fiducia nell’ingegno umano e sul potere salvifico delle parole.

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