Lavoro occasionale, Confcommercio Lecco soddisfatta a metà del dopo voucher

Lavoro occasionale: “Risposta solo parzialmente positiva”

L’ipotesi di superamento dei voucher, approvata negli scorsi giorni in Commissione alla Camera con l’introduzione di un contratto di prestazione occasionale utilizzabile dalle aziende sopra i 5 dipendenti e con un tetto unico di 5000 euro (più una serie di vincoli e divieti), piace solo a metà a Confcommercio.

“Avevamo chiesto una risposta immediata, certa ed efficace rispetto al vuoto che si era creato con la cancellazione dei voucher – sottolinea il presidente di Confcommercio Lecco, Antonio Peccati – Accogliamo quindi con soddisfazione la decisione di dare una nuova regolamentazione al lavoro occasionale, in quanto questo tipo di prestazioni esistono sempre anche se manca lo strumento per regolarle. Però i timori che ci fossero soluzioni pasticciate si sono materializzati. La risposta data dal Governo risulta essere solo parzialmente positiva. Infatti lo strumento ideato non pare essere pienamente efficace: come ben spiegato a livello nazionale da Confcommercio Imprese per l’Italia, la soluzione ipotizzata delinea infatti uno strumento caricato di nuovi costi e adempimenti burocratici, tipici di un rapporto di lavoro, che nulla hanno a che vedere con una prestazione occasionale”.

Poi continua: “Chiedevamo un nuovo strumento semplice e chiaro, che fosse rafforzato nei controlli e con una tracciabilità piena, ma senza inutili vincoli legati al numero di dipendenti dell’impresa. Il risultato pare condivisibile nella parte che va a rafforzare la tracciabilità e i controlli con la nuova piattaforma informatica, ma nello stesso tempo inutile e persino dannoso nell’introdurre nuova burocrazia sulla sicurezza o sugli orari. La sensazione è che ci si muova ancora nell’equivoco di fondo di dover regolare una tipologia di rapporto di lavoro e non una prestazione saltuaria, occasionale e imprevedibile. Così come è grave che non venga data una risposta alla domanda di flessibilità per le realtà con più di cinque addetti. Come se le imprese con più di sei dipendenti non avessero bisogno di flessibilità maggiore!”.

 

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