Rallentamento dei consumi, tagliare le aliquote Irpef

Il presidente Peccati: “Condivido l’analisi di Sangalli, serve taglio delle tasse subito intervenendo sulle aliquote Irpef”

Abbandonare la logica degli interventi spot e dei bonus, per scegliere invece il percorso della riduzione delle tasse intervenendo sulle aliquote Irpef. A proporre questa strada è stato il presidente nazionale di Confcommercio Imprese per l’Italia, Carlo Sangalli, a margine della presentazione del rapporto Confcommercio-Censis avvenuta ieri, giovedì 2 febbraio, a Roma. Una posizione assolutamente condivisa dal presidente di Confcommercio Lecco, Antonio Peccati: “Il 2017 si annuncia come un anno difficile e denso di grandi incognite e di rischi, soprattutto perché la fiducia delle famiglie continua e scendere. In una situazione del genere è difficile consolidare il trend di crescita dei consumi, che sono il traino degli investimenti. Sono perfettamente d’accordo con il nostro presidente Sangalli: non servono ricette straordinarie, bisogna anzi interrompere lo schema degli interventi spot e dei bonus, per intraprendere invece una strada che porta alla riduzione generalizzata delle aliquote Irpef”.  Poi continua: “La domanda interna è troppo debole: è un problema strutturale che Confcommercio segnala da anni. Con l’attuale livello di tassazione pensare a una crescita del Pil e dei consumi è una utopia. Ecco perché bisogna agire subito, tagliando la spesa pubblica improduttiva e riducendo le tasse. Solo agendo sulle aliquote Irpef in modo significativo si potrà riportare fiducia in un  momento in cui il contesto anche internazionale mostra gravi incertezze, dalla Brexit alla elezione di Trump negli Usa, e senza dimenticare gli appuntamenti elettorale che interesseranno nel 2017 diversi Paesi europei”.

Nell’illustrare i risultati dell’Outlook Italia Confcommercio-Censis su clima di fiducia e aspettative di famiglie e imprese, andamento dei consumi e prospettive economiche, Il direttore dell’Ufficio Studi di Confcommercio, Mariano Bella, ha evidenziato come  nel 2016 ci sia stato un miglioramento della capacità di spesa delle famiglie ma al tempo stesso il clima di sia peggiorato creando una dicotomia forte tra reddito disponibile e fiducia. “I dati anche di Confcommercio mostrano che mediamente è stato recuperato un po’ di reddito – 600 euro a testa rispetto al 2014 – ma è anche vero che rispetto al 2007 ne restano altri 2700! – continua il presidente Peccati – Restano grandi incertezze sul futuro occupazionale soprattutto dei giovani e i vari interventi messi in atto dal Governo non hanno trasmesso esso l’idea che ci sia stata una riduzione reale della pressione fiscale. Anche nella Legge di Stabilità ci sono tanti provvedimenti, ottimi presi uno per volta, ma slegati tra loro, senza una strategia efficace di cui fidarsi e su cui puntare”.

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