Pubblici esercizi, rinnovato il Ccnl

Rinnovato il CCNL per i dipendenti dei Pubblici Esercizi

Fipe e sindacati hanno firmato il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro per i dipendenti dei pubblici esercizi, della ristorazione collettiva e commerciale e del turismo. Tra le principali novità l’aumento di 200 euro in busta paga ed il rafforzamento dell’assistenza sanitaria integrativa.

Fipe-Confcommercio, la Federazione italiana pubblici esercizi aderente a Confcommercio, ha firmato con le organizzazioni sindacali di settore il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro per i dipendenti dei settori dei pubblici esercizi, della ristorazione collettiva e commerciale e del turismo. Il contratto è stato sottoscritto, oltre che dalla Federazione, anche da Legacoop Produzioni e Servizi, Confcooperative Lavoro e Servizi e Agci-Servizi.
Scaduto il 31 dicembre 2021, il CCNL interessa oltre 300mila imprese e si applica a più di un milione di lavoratori.
Tra le principali novità, l’aumento in busta paga di 200 euro a regime al 4° livello, da riparametrare per gli altri ed il rafforzamento dell’assistenza sanitaria integrativa.
La prima tranche di aumento salariale di 50€ sarà corrisposta con la retribuzione del mese di giugno 2024; seguiranno altre 4 tranche di 40, 40, 30 e 40 euro.
Previsto l’aumento di 3 euro del contributo per l’assistenza sanitaria integrativa Fondo EST a carico delle aziende a partire dal 1° gennaio 2027.
Il CCNL, indipendente e svincolato rispetto ai contratti precedenti, ha un campo di applicazione che interessa oltre un milione di addetti di un settore dove operano più di 300mila imprese, con un fatturato di oltre 80 miliardi di euro. Tra i lavoratori che fanno riferimento al CCNL troviamo bar, ristoranti, trattorie, pizzerie, pub, mense scolastiche ospedaliere e aziendali, grandi aziende della ristorazione commerciale multi localizzata, imprese della ristorazione collettiva, cooperative della ristorazione, stabilimenti balneari, discoteche, sale giochi.
Viene inoltre prevista una significativa revisione della classificazione e dell’inquadramento del personale, fermi dagli anni Novanta, per renderli più rispondenti alle mutate esigenze del mercato e alle nuove tipologie di offerta. Sono poi state rafforzate le normative in materia di diritti individuali delle lavoratrici e dei lavoratori, come le misure di contrasto alle violenze e alle molestie nei luoghi di lavoro e i congedi per le donne vittime di violenza.

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